
La salute dell’atleta in primo piano
Nel mondo dello sport, soprattutto in quello ad alte prestazioni dove il risultato è spesso messo sopra ogni cosa, capita di frequente che la salute dell’atleta venga messa in secondo piano. L’ossessione per la vittoria, i tempi da battere e gli obiettivi da raggiungere possono spingere anche i migliori a ignorare segnali importanti, forzando il corpo e la mente oltre i propri limiti naturali. Il prezzo? Carriere brevi, infortuni cronici, crolli psicologici.
Molti atleti arrivano all’apice delle loro performance troppo presto e, altrettanto velocemente, ne pagano il prezzo. Essere performanti non significa necessariamente essere sani: la vera sfida sta nel trovare un equilibrio tra l’allenamento e il benessere. Non basta più solo “spingere al massimo”, ma diventa essenziale costruire una carriera sostenibile, che duri nel tempo.
La salute, infatti, non è solo assenza di malattia fisica, ma comprende anche un importante componente mentale ed emotiva. Ansia da prestazione, stress, depressione e burnout sono problematiche sempre più comuni tra gli sportivi, anche a livelli amatoriali. Un atleta completo è colui che cura tanto il corpo quanto la mente, imparando a riconoscere quando è il momento di rallentare, di chiedere aiuto, di prendersi cura di sé.
Fondamentale in questo percorso è la capacità di ascolto del proprio corpo. Ogni dolore, ogni fatica insolita, ogni sensazione di disagio è un messaggio che il fisico ci manda. Imparare ad ascoltarlo non è debolezza, ma intelligenza: riconoscere per tempo un campanello d’allarme può prevenire problemi ben più seri.
Le basi per una salute duratura si costruiscono con tre pilastri fondamentali: allenamento mirato, recupero adeguato e alimentazione corretta. Lavorare duramente, sì, ma in modo intelligente. Il recupero non è tempo perso, ma parte integrante della crescita.
La nutrizione non va vista solo come “carburante” per l’attività fisica, ma piuttosto come uno strumento strategico per prevenire infortuni, supportare il recupero, mantenere l’equilibrio ormonale e contrastare gli effetti negativi dello stress fisico indotto dall’allenamento. Una nutrizione adeguata non si improvvisa: deve essere calibrata sulle reali esigenze dell’organismo e adattata in base al tipo di sport, all’intensità degli allenamenti e agli obiettivi personali.
Nello specifico le giuste scelte alimentari che un atleta dovrebbe compiere per preservare la propria salute sono:
1. Garantire il giusto apporto energetico: equilibrio tra input e output
Uno degli errori più comuni tra gli sportivi, soprattutto in discipline che enfatizzano la composizione corporea, è il sottovalutare l’importanza dell’apporto energetico. Fornire al corpo meno energia di quanta ne richieda può compromettere seriamente le prestazioni, aumentare il rischio di infortuni e rallentare il recupero. Il bilancio energetico deve quindi essere attentamente monitorato, tenendo conto non solo del dispendio calorico durante l’allenamento, ma anche del metabolismo basale e delle attività quotidiane. Solo così l’organismo può sostenere l’intensità del lavoro fisico e attivare efficacemente i processi di adattamento e crescita.
2. Prediligere l’assunzione di alimenti funzionali contro l’infiammazione da stress fisico
L’allenamento intenso, seppur benefico, rappresenta uno stress per il corpo e può indurre uno stato infiammatorio temporaneo. Per questo motivo, è importante inserire nella dieta quotidiana alimenti che aiutino a modulare l’infiammazione e a favorire il recupero. Frutta e verdura ricche di antiossidanti (come mirtilli, ciliegie, spinaci e cavolo riccio), pesce azzurro ricco di omega-3 (come salmone e sgombro), spezie anti-infiammatorie (curcuma e zenzero), frutta secca e semi oleosi, rappresentano alleati preziosi. Anche un’adeguata idratazione è fondamentale per contrastare l’accumulo di tossine e sostenere le funzioni cellulari.
3. Non evitare i grassi, amici dell’atleta, se scelti con consapevolezza
Per troppo tempo i grassi sono stati demonizzati. In realtà, essi svolgono funzioni vitali per l’organismo, specialmente per chi pratica sport. Negli sport di endurance, per esempio, rappresentano una riserva energetica cruciale dopo l’esaurimento delle scorte di glicogeno. Inoltre, i grassi buoni, come quelli contenuti nell’olio extravergine di oliva, avocado, semi di lino, pesce grasso, uova e burro, sono fondamentali per la sintesi degli ormoni, tra cui il testosterone e il cortisolo, entrambi coinvolti nei processi di adattamento allo sforzo. Non da meno, contribuiscono al buon funzionamento del sistema immunitario, spesso messo alla prova dagli allenamenti intensi.
In sintesi, semplificando, mettere la salute in primo piano non significa rinunciare alla competizione, ma imparare a essere atleti migliori, più consapevoli, più longevi. Perché una carriera brillante non si misura solo con i trofei, ma anche con la capacità di viverla pienamente, in salute e con passione fino all’ultimo giorno.
Dott.ssa Bianca Balzarini
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